12 marzo 2021

Pasqua 2021 in zona rossa: qualche riflessione

Se avete notato, non ho praticamente mai scritto emozioni personali riguardo il covid, soprattutto nel periodo del lockdown dell'anno scorso. Il motivo è presto detto, nella tragedia che fu, io non me la sono passata affatto male, ho perfino dei ricordi belli di quel periodo, e scriverlo mi sembrava sbagliato verso tutti quelli che soffrivano o avevano perso i loro cari. Ricordo però perfettamente alcuni pensieri che feci verso il periodo di Pasqua, pensieri che a suo tempo sembravano assolutamente logici: - Questa è l'unica Pasqua vissuta così. L'anno prossimo sarà tutto diverso. Quindi, tanto vale prenderla per quella che è, un'eccezione, una pausa, uno scherzo terribile della vita. - l'anno prossimo anche se il covid sarà ancora presente, avremo imparato a gestirlo. Non ci saranno più chiusure drastiche, al massimo qualche focolaio sparso qua e là. - Soprattutto, 600 morti al giorno non ci saranno più. Risultato: Ci prepariamo ad una seconda Pasqua in zona rossa, che però è ben diverso da una Pasqua in lockdown. A livello pratico cosa cambia? Che non ci sono più le persone che ti guardano dal terrazzo e si chiedono per quale oscuro motivo tu osi metter piede fuori dal recinto della tua abitazione. In più, verrà data la possibilità a ciascuno di noi di spostarsi per recarsi presso un'abitazione al giorno, come a Natale. Timidamente faccio presente che è impossibile controllare in quante abitazioni una persona si recherà, e facendo leva sull'arcinota onestà italica, direi che organizzandosi in qualche modo, Pasqua potrebbe non esser così "rossa" per molte persone. Cosa abbiamo imparato? Ma, poco. Siamo solo più stanchi, nervosi, governati da gente che vive nell'incertezza e che trasmette insicurezza. Riguardo i morti, è andata peggiorando, oltre ad aver superato i 100mila, non se li fila più nessuno. Ormai sono un numero costante, un po' come quando si è in guerra. Abbiamo avuto morti di serie A (prima ondata), e morti di serie c (seconda e terza). E anche quest'anno però, rifaccio lo stesso pensiero: questa è l'ultima pasqua in zona rossa! l'ultima pasquetta senza feste all'aperto, con chiusure di massa. Ritengo semplicemente impossibile un altro anno identico a questo. Ok, intanto l'ho scritto, vediamo a un anno di distanza l'anno prossimo che conclusioni trarrò.

11 aprile 2019

Ciecolandia si racconta: la storia, quella vera, su come sono andate le cose sugli script per skype

Ho deciso di scrivere un articolo su questo blog per difendermi da alcune accuse a mio modo di vedere molto gravi, contenute in una pagina del sito web di Claudio Filosi che potete leggere qui.

L'argomento in questione è: script skype per ciechi.
Avete proprio ragione, non sembra granché come argomento.
Tuttavia, la disinformazione e l'approssimazione con la quale i fatti sono stati presentati mi obbligano a spiegare come sono andate, per davvero, le cose.

Tutto è nato da un articolo di Nunziante Esposito che ravvisava un problema, ossia che gli script di Skype di Claudio Filosi fossero difficili da reperire, una sorta di script per pochi eletti.
La cosa mi ha incuriosito perché non riuscivo a comprendere quale problema potesse mai esserci con quel pacchetto, perciò ho fatto qualche piccola indagine.
Il lavoro grosso, quello che permette allo screen reader di interfacciarsi con Skype, lo ha fatto un programmatore, Doug Lee.
Claudio traduceva in italiano, e nel tempo aveva iniziato ad introdurre modifiche su tasti rapidi, suoni, etc.

La stranezza stava nel fatto che per attivare gli script serviva l'intervento di terzi: soltanto Claudio o il suo staff potevano attivare gli script, e per farlo era necessario stabilire una connessione remota verso il computer dell'utente.
A quel punto veniva creato un file di attivazione nella cartella c:\windows\task, e gli script iniziavano a funzionare.

In poche parole, gli script originali inglesi si installano normalmente con un file eseguibile.
Quelli modificati da Claudio invece avevano bisogno di un'attivazione speciale che si poteva ottenere soltanto consentendo l'accesso al proprio computer da parte di terzi.
Perché?
Tralascio commenti sulla follia di una scelta del genere, solo leggerla dovrebbe far accapponare la pelle: un prodotto completamente libero era stato trasformato in un qualcosa di gratuito, ma con attivazione controllata da remoto.

Tornando a noi, mi era parso davvero strano che l'autore originale permettesse una modifica così bislacca al suo materiale, perciò l'ho contattato chiedendo come stessero le cose.
Al massimo mi avrebbe risposto che ne era già a a conoscenza.

La risposta è stata qualcosa tipo:
"bo, non seguo le traduzioni, chiederò".

Ok, chiederà.

Dopo qualche giorno, l'autore decide di non dare più la possibilità di modificare gli script, ma solo di tradurli.
E lo credo bene!

Ma dico io, se modifichi qualcosa di non tuo, non ti viene mica in mente che forse, dico forse, magari avvertire l'autore originale di quello che fai potrebbe essere un'idea sensata?

Nel pietoso tentativo di spiegazione di come sono andate le cose scritto da Claudio in data 13 marzo 2019, si legge un passaggio gravissimo che riporto per intero:

Visto quello che è accaduto, dove io sono diventato er truffaldino, non mi son dato pace sinchè ci sono riuscito.
Ecco l'esito: lui (l'autore) ha ricevuto una e-mail dove io manipolavo, criptavo, elaboravo, nel mio covo de carbonari.
Da chi? Da Simone Dal Maso. Confermatomi direttamente da Doug Lee.


Non solo tutto ciò è completamente falso, ma è tendenzioso e diffamatorio.
In primo luogo, io non ho mandato alcuna mail.
Mai.
Io ho usato twitter!
e la conversazione è ancora alla luce del sole sul profilo di Doug Lee, la possono leggere tutti.

Fate un po' conto voi di cosa riesce ad inventarsi la gente!
Nessun messaggio privato, nessun complotto e soprattutto nessuna insinuazione sull'operato delle persone.
Comunque, il povero nostro eroe continua farneticando sul suo spazio web, scrivendo una semplice frase sull'autore:

è rimasto soddisfatto del mio lavoro, rispettando il suo, perciò mi ha ringraziato.


Già, a momenti gli stava per costruire un altarino in suo onore, è rimasto così contento ed entusiasta che a distanza di un mese le cose sono rimaste come prima, cioè non c'è la possibilità di modificare gli script, ma solo di tradurli.

Intendiamoci una volta per tutte: ognuno col proprio materiale può far quel che gli pare.
Se a Claudio piace una cifra realizzare script la cui attivazione richiede l'accesso ai computer altrui, e se gli utenti sono così disperati da accettare una roba del genere, be, pace e bene.
Il materiale è suo e ne fa ciò che vuole.
Ma non esiste al mondo che venga fatto con materiale altrui, senza nemmeno aver avuto il consenso!

La cosa molto triste è che nell'articolo di Claudio io vengo fatto passare per una persona che con le mie infuocate email ha portato una buona fetta di utenti italiani ad abbandonare skype, e adesso sono pecorelle smarrite, perse, poveri ciechini senza più una casa.
Volete sapere come dovevano andare le cose?
Si toglieva l'attivazione degli script da remoto e fine.
questo almeno nel mondo normale.
Tutto qua.
Ma volete mettere quant'è bello poter entrare nel pc altrui?
Senza fare niente di grave, s'intende, ma solo la sensazione...

Ci sarebbe poi un'altra questione un po' nebulosa che riguarda l'articolo di Nunziante Esposito che ha dato origine a tutto. è uscito nella lista uic-helpExpress in un modo, è stato pubblicato nella rivista uiciechi.it in un altro, rimuovendo ogni riferimento agli script di Claudio.
Ma.
Facciamo che pensiamo bene dai, facciamo i bravi ragazzi: a febbraio gli script di Claudio non esistevano più, quindi si è trattato di un solertissimo impegno verso la corretta informazione della nostra Unione Ciechi.


Vabè, la chiudo qua.
La replica ho dovuto scriverla perché non posso tollerare che sul mio conto vengano diffuse falsità, non sono una persona famosa, ma nell'ambiente un po' sì, e non tollero che le persone possano farsi idee sbagliate sul mio conto solo perché altri si sono comportati male e vorrebbero far ricadere i propri errori sul sottoscritto.

17 gennaio 2019

Lo stile Aranzulla e il web che non c'è più

Prima che qualcuno pensi che io ce l'abbia con Salvatore Aranzulla a livello personale sgombriamo subito il campo da equivoci, non è così. Oltretutto lui manco mi conosce, che colpa avrà mai!

Purtroppo però, mentre gli riconosco un assoluto genio nell'aver inventato un portale dove si trova veramente di tutto e conseguentemente è diventato il re dei motori di ricerca italiani, per me il suo sito web ha decretato la fine del web spontaneo, dell'internet piacevole che amavo fino a qualche anno fa.

Sarà bene che io cerchi di chiarire con un esempio!


Supponiamo di voler cercare su internet "come sbucciare una mela".

Quando internet era bella, ti saltavano fuori articoli del tipo:

per sbucciare una mela ti serve un coltello, oppure uno sbucciamele manuale o elettrico.

Segue procedimento col coltello, etc etc.

Poche righe, coinciso ed essenziale.

Vediamo ora la versione da Aranzulla in poi.

Ti starai chiedendo come sbucciare una mela, visto che sei arrivato in
 queste pagine. In effetti è molto comune trovarsi nella situazione di
dover rimuovere la buccia da una mela, ma se seguirai i miei consigli
vedrai che sbucciare una mela sarà un gioco da ragazzi!

Prima però di avventurarsi nella procedura di sbucciatura  della mela,
dobbiamo ricordare che la mela è un frutto e che esistono diversi
modelli di mele, di diverso colore e grandezza.

Inoltre, la mela è anche un frutto che viene nominato nella Bibbia,
nella famosa vicenda che vede coinvolti Adamo ed Eva.

Ora che sai cos'è una mela, possiamo proseguire con la lettura del
prossimo paragraf. Prima però è bene ricordare che la mela è formata da parecchi elementi, i più importanti sono la buccia, la polpa, il torsolo e il picciolo.
Ma non perdiamoci troppo in chiacchiere e andiamo a scoprire come sbucciare una mela in maniera semplice!

Il paragrafo successivo conterrà sempre in forma prolissa le
istruzioni per sbucciare la mela, a volte complete, a volte un pochino
approssimative, l'importante è aver convinto Google che quella pagina
contiene le informazioni più dettagliate possibili su come sbucciare
una mela.

Il vero problema è che se questo fosse solo il suo stile non ci
sarebbe nulla di male!
Di fatto però, tutti coloro che possiedono un sito, me compreso, si
trovano nell'odiosa condizione di dover scrivere articoli lunghi per
poter essere inclusi in Google.

Se io scrivo un articolo chiamato: come accendere un pc, il mio
istinto mi direbbe di scrivere il titolo,  e poi semplicemente
aggiungere tre righe per le istruzioni, spiegando che nei pc fissi si preme il pulsante che sta sul case, mentre sui portatili il bottone è sulla tastiera.

Se faccio così, Google non mi considera e chiunque cercherà
quell'informazione si troverà davanti un sacco di altri siti, che
prima spiegheranno che il computer è fatto di tanti pezzi, che si dividono in fissi portatili e ibridi, che c'è il processore, la memoria, il disco fisso, per terminare probabilmente con la differenza tra hardware e software.

Dopo che ti sei sentito un'idiota per la maggior parte dell'articolo, che hai perso 5 minuti inutili e che hai terminato le energie nervose arrivi finalmente a scoprire come accendere il tuo pc, la cui informazione poteva essere fornita in un ventesimo dello spazio.

Per cui sì, io "odio" Aranzulla, perché per colpa sua sono costretto a scrivere in un modo che non è il mio!
Naturalmente so che la colpa non è sua, all'estero facevano già così, ma ora tutti si sono uniformati al suo stile, causando la perdita della spontaneità.
Pensare che ora mai ogni volta che entro in una pagina web sono costretto a saltare il primo paragrafo, decidere se il secondo vale la pena leggerlo, prestare attenzione al terzo e fermarmi, tanto poi la fine dell'articolo è utile come l'acqua per toglier via le macchie d'olio.
Per cui insomma, sono triste. Non so, Aranzulla indubbiamente avrà milioni di euro, ma alla lunga mi chiedo se a livello globale ne sia valsa la pena.
Buon per lui, non per noi.

06 giugno 2018

Arrivata la Sim Iliad: prime impressioni

Prime impressioni dopo 6 7 ore di utilizzo della nuova sim Iliad.
Dunque, intanto per chi non la conosce, Iliad è il nuovo gestore di telefonia mobile che attualmente offre chiamate illimitate, sms illimitati, 30 gb a 6 euro mensili.

Copertura: ingiudicabile. Si appoggia ai ripetitori WindTre laddove non coperta dai propri ripetitori. Tradotto, prendo esattamente come prima con la Wind, almeno qui. Vedremo nei prossimi giorni.

Internet e chiamate: nella norma. Nessun problema, fatto una chiamata di 40 minuti, la linea non cade :-)
Anch'io ho il problema di ritrovarmi con un IP francese. Questo non costituisce un problema per la maggior parte delle volte, solo non si vedono i contenuti di RaiPlay, a ogni modo han detto che risolvono. Skygo funziona, youtube un missile.

Fikissimo avere i servizi ti ho cercato/segreteria telefonica/richiamami tutti gratis!
C'è un servizio denominato chiamate brevi, in pratica si può assegnare un codice di 4 cifre ad un nostro contatto.
Le chiamate brevi sarebbero bellissime con un telefono a tastiera.
Ad esempio, ho appena configurato che se faccio "1111" chiamo Cristina. Lo userò mai? No, ma in caso di amnesia assoluta, credo di riuscire a ricordare almeno UnoUnoUnoUno.

Diciamo che la pagina contattaci del sito è un po'... mmm, da poveracci?
Se hai bisogno di loro, c'è il numero gratuito di assistenza clienti, e questo va benissimo, ma che la seconda alternativa sia scrivere via posta ordinaria su carta mi pare una follia! Una mail no?

Le tariffe sono tutte chiare, certo devo ricordarmi di non andare mai in uno stato europeo e telefonare ad un numero satellitare, in quel caso la tariffa è di 16 euro al minuto, ma se in 42 anni non ho mai avuto bisogno di chiamare un numero satellitare suppongo che la cosa non sia così grave.
Si fa anche riferimento, nella carta dei servizi, a tariffe particolari per non vedenti, che però al momento non esistono. Cosa potranno dare di più di così non so, a ogni modo aspettiamo.
Credo siano un po' sgangherosi al momento come inizio, e la scusa "non ci aspettavamo così tanta gente" è una cavolata, fate una tariffa da urlo e cosa vi aspettavate, il fallimento?

29 aprile 2018

come leggere i post di Salvatore Aranzulla e similari con adblock

Credo che chiunque abbia fatto una ricerca su Google sia incappato nelle pagine di Salvatore Aranzulla.
Non ha bisogno di presentazioni, ci sono un sacco di guide, a volte utilissime, a volte un po'sceme.
Non ho ancora deciso se quelle pagine mi piacciano a dire il vero, però è stato davvero in gamba perché risulta costantemente primo nei motori di ricerca.
Gli inputo però una colpa, ossia quella di aver introdotto lo stile "idioti" anche in Italia.
Ad esempio se dovessimo cercare una guida per allacciarsi le scarpe, lo stile che incontreremmo sarebbe circa il seguente:

"benvenuto alla guida per allacciarsi le scarpe!
Con questa guida imparerai in pochi passi ad allacciarti le scarpe; infatti devi sapere che gli esseri umani utilizzano fin dall'antichità sistemi per proteggere la pianta del piede, i più famosi vengono chiamati scarpe.
Ma non perdiamoci in indugi e andiamo subito ad imparare come allacciarsi le scarpe!

Per prima cosa, risulta indispensabile procurarsi delle scarpe...


E così via.

e anche questo articolo che state leggendo non fa eccezione, sono 10 minuti che scrivo e non sono ancora arrivato al punto!
Uff, ok, torniamo a noi.

Ctrl-a, ctrl-c.
Non sono lettere a caso, sono le combinazioni di tasti che dovete premere quando entrate in una guida di Aranzulla e di tutti quelli che bloccano gli adblocker.
Quando entrerete infatti, per circa 4 5 secondi il testo rimane visibile a video, poi appare il messaggio che invita a disattivare il blocco pubblicità.
Sì certo.

Per risolvere il problema, bisogna selezionare tutto il testo e copiarlo negli appunti, aprire un editor di testo e incollare tutto.
Quindi, generalmente ctrl-a seleziona tutto, ctrl-c copia e ctrl-v incolla.
Fine trucco potentissimo!

Non un gran che, anche perché perderete i link, ma chissenefrega, esiste sempre google per cercarsi le cose.

Se conoscete trucchi più seri e funzionali commentate!

20 aprile 2018

Il gruppo Osi è morto, nessuno lo ha saputo e nessuno se n'è accorto

Ciao a tutti,
ho pensato che fosse giusto farvi partecipare al funerale del gruppo
Osi, purtroppo con notevole ritardo: la notizia in realtà non è di prima mano, ma
per quasi la totalità dei lettori lo sarà.
Questo post non è stato scritto a nome di tutto il gruppo, lo specifico fin da
subito, ma visto che l'Unione Ciechi è composta dai soci, i soci hanno
il diritto di sapere cos'è successo e come sono andate le cose.

Chi non volesse conoscere i dettagli può intanto mettersi l'anima in
pace: il gruppo Osi non esiste più, almeno non come lo conoscevate fino
ad ora.
Perché?

Be, è necessario partire da molto, molto lontano.
In principio era l'Osi.
Un gruppo di oltre 10 persone che dal 2016 ha iniziato a lavorare, a mio
modo di vedere in maniera eccellente.
Non solo ognuno aveva il proprio ruolo, ma eravamo divisi in gruppi di
lavoro specifici ed è giusto anche dire cosa stavamo facendo, sennò di
cosa parliamo?
Il contatto più importante sicuramente è stato quello con Trenitalia;
c'era un gruppo di lavoro specifico che si occupava di accessibilità sia
di sito che di app. Non abbiamo fatto miracoli sia ben chiaro, però
almeno si riusciva a mettere una pezza sui problemi man mano che
uscivano; è anche stata fatta una riunione con loro in cui abbiamo
mostrato come usiamo pc, mac e smartphone.
C'era un gruppo che costantemente collaborava con Esselunga, ci sono
stati chiesti numerosi test di accessibilità del portale, abbiamo realizzato una guida per la navigazione dei sito e si stava
iniziando a mettere mano anche all’app per iOs. Oltretutto attenzione! Esselunga pagava
pure il servizio, non certo all'Osi, ma al Found-raising Uici.
Un altro gruppo che si è occupato dello Spid, sistema di
identità digitale che permette di accedere a numerosi servizi: ognuno ha testato la procedura di registrazione con provider diversi, ne ha
fatto una relazione e ci si accingeva a pubblicare il tutto a beneficio
dei soci.
Per non rendere il post noioso, non sto a spiegare quello che ciascun
gruppo ha fatto, posso però elencare al volo alcune attività: suggerimenti per rendere pdf accessibili da fornire alle pubbliche
amministrazioni, test su app per iOs e Android, 27 siti web valutati,
primi contatti con le banche per discutere accessibilità di portali e
bancomat, test sulle app del Libro Parlato e suggerimenti inviati,
attività peraltro risultata inutile.
Ora, dopo questa premessa per farvi capire che non ci siamo adagiati sugli allori,
andiamo alle questioni più spinose.

Sono successe due cose in uno strettissimo lasso di tempo:la prima è che il gruppo ha sospeso le attività perché attendeva dei chiarimenti dalla presidenza; la seconda è che la direzione nazionale ha deciso che l'Osi non sarebbe più esistito così come lo conoscevamo, ma sarebbe stato inglobato in un nuovo istituto, l'Invat. E l'Osi era talmente nei cuori della presidenza che nessuno ha pensato di informarci, la notizia l'abbiamo appresa da un verbale sul web. Andiamo quindi con ordine:

1. Dovete sapere che il gruppo aveva chiesto alla direzione nazionale
Uici dei computer. Eh sì, computer che ovviamente non sarebbero stati
nostri, sarebbero rimasti di proprietà dell'Unione. E perché ci siamo inventati una simile richiesta?
Perché c’era una grossa difficoltà: molti di noi non usano configurazioni standard. Abbiamo versioni beta dei sistemi operativi,
versioni beta di screen reader con configurazioni tutt'altro che standard, per non parlare dei browser che con i componenti aggiuntivi
possono essere personalizzati. Invece i test vanno effettuati con le
configurazioni più standard possibili, perché la maggior parte degli utenti usa le impostazioni di base. Per comodità, avevamo pensato che avere una macchina a testa da non toccare, da riservare soltanto ai test, fosse una soluzione dignitosa.
Certamente l'Unione avrebbe dovuto fare una sorta di atto di fede, però
considerate che questa richiesta è avvenuta nel 2016, di sicuro abbiamo
avuto modo di dimostrare a chi sta lassù che si prendeva la questione
sul serio.
Ognuno di noi quindi ha scelto il tipo di macchina più consono al tipo di attività di tester che svolgeva e qui va detto che sono state effettuate
delle scelte non economiche. Questo perché si pensava che
comprando pc e Mac ben equipaggiati l'Unione avrebbe avuto una dotazione di tutto rispetto, utilizzabile per molti anni. E se chiedere 20000 euro ad un'associazione può essere non bello, mi limito
a dire che probabilmente non sarebbe stata la spesa più stravagante
dell'Unione Ciechi.
Ad ogni modo, il 6 luglio 2017, quindi dopo giusto quei 7 8 mesetti di
riflessione, la direzione nazionale si è riunita e qui cito testualmente
dal giornale online uici: “si procederà agli acquisti necessari a garantire ai componenti del gruppo OSI una strumentazione moderna, utile a garantire omogeneità di valutazione dei siti internet delle imprese, società ed enti che ne richiedono l’attestazione di accessibilità.”
Festa!
Peccato che altri mesi sono passati e a gennaio di quest'anno eravamo ancora senza una risposta
seria. Tutto era assolutamente fermo. E intendiamoci bene, il problema non è poter usare un computer in più o in meno, è la totale
mancanza di considerazione e di interesse che almeno a me davano parecchio fastidio. Oltretutto se la spesa era un problema se ne sarebbe potuto almeno parlare no?Così, visto che tra l'altro io avevo anche inviato
alcune richieste affinché venissero risolti i bug presenti nell'app
del libro parlato con iOs, ottenendo il medesimo risultato (cioè la
promessa di occuparsene e poi il nulla) mi sono messo in pausa per protesta, seguito da altri del gruppo.

E qui si passa al punto 2.

Il punto 2 è una sorta di barzelletta, ancora adesso se ci penso mi chiedo come sia possibile comportarsi così.
Proprio quando il gruppo si mette in pausa e chiaramente si spera in
un incontro con il presidente per cercare di capire cosa stia
succedendo, viene pubblicato il verbale della riunione della direzione
nazionale.Anche qua, cito testualmente:

“Si passa quindi ad affrontare la situazione del gruppo OSI. Essendo
ormai in funzione l’Istituto nazionale per la Valutazione degli Ausili e
delle Tecnologie (conformemente a quanto deciso in Congresso) la
posizione di questo gruppo viene ad essere modificata come segue in questo settore delle nostre attività: la commissione ausili e tecnologie avrà principalmente il compito di indirizzo politico nei confronti della Direzione e dell’Invat (l’Istituto appena costituito), l’Invat avrà il
compito di attuare questi indirizzi e, per farlo, si servirà delle prestazioni degli appartenenti all’ex gruppo OSI.”

Ora, vi assicuro che venire a conoscenza di una cosa così importante senza
nemmeno essere avvertiti e nel momento di maggiore difficoltà, quando ci
si mette in pausa per protestare o per attirare l'attenzione, fa scaturire una sensazione di sfiducia e di abbandono.
Non è la decisione in sè il problema, il fatto è che il gruppo attendeva altre
risposte. Molti di noi avevano espresso una chiara sensazione di
disagio, con tanto di email e richieste di incontri, e per tutta risposta ti comunicano che si cambia tutto, e che adesso bisogna
riorganizzarsi con un istituto appena nato, che ovviamente deve muovere
i primi passi, con 300 mila euro di finanziamento in arrivo (ma noi continueremmo sulla strada del volontariato, ovviamente).
Naturalmente anche la questione computer era morta e sepolta e questo è stato chiaro subito, ma tanto ormai nessuno ci pensava più, perché il punto è uno solo: un minimo di rispetto per chi mette il
proprio tempo a disposizione della sua associazione sarebbe quanto meno gradito. Purtroppo siccome così non è stato, quasi nessuno ha voluto aderire al nuovo fiammante istituto.
La mia opinione è che l'Unione ha letteralmente buttato nel cesso un
team di persone che stava lavorando davvero bene. Tra l'altro, non so quanti gruppi di lavoro avessero attività in corso che di tanto in tanto portavano perfino delle entrate economiche!
Fatto sta che con la brillante tattica di evitare di rispondere ai messaggi e di continuare ad essere evasivi, ciò che si è ottenuto è stato rendere sempre più evidente la poca importanza che questo gruppo aveva in realtà. Del resto di segnali ce n'erano già stati in precedenza, come rilasciare un'app, Slash Radio, e non aver pensato di chiedere a chi si occupava di accessibilità delle app, se fosse del tutto fruibile; oppure ignorare il fatto che l'app Libro
Parlato non viene aggiornata da anni, per cui sulle nuove versioni di iOs vi
sono problemi soprattutto nella ripresa dell'ascolto, e nonostante le segnalazioni, passa oltre un anno e nulla cambia. Però appunto, erano segnali, ci si è passati sopra.

Ad ogni modo, la delusione che ho sperimentato è stata davvero grande,
anche perché arrivare ad ottenere un team affiatato costa fatica e non è
affatto detto che questo possa avvenire nonostante le migliori intenzioni.
Non era un gioco insomma, ma si vede che ai piani alti va bene così.

Adesso immagino che verrà ricostituito un nuovo Osi.
Di persone in gamba in giro per l'Italia ce ne sono, e il lavoro che finora abbiamo svolto è naturalmente a disposizione di chi verrà in seguito.
Sappiate però che con questo modo di fare non si andrà mai lontano. Sì,
magari si può puntare sull'entusiasmo iniziale, ma a meno che non si
trovino persone completamente asservite, poi i conti con la dignità
altrui bisogna farli.
Amen, è andata.
Adesso mi aspetto che qualcuno dirà che è stato tutto esagerato, magari
si cercherà di minimizzare, ma ci sono state troppe occasioni che avrebbero potuto evitare lo sgretolamento del gruppo.
Così non è stato e almeno ci si ricordi che alla fine, chi paga sono solo gli utenti finali.

il blog riparte!

dieci anni di pausa, un trasferimento in un servizio che poi non ha dato i frutti sperati, e adesso si ritorna su blogspot.

Consiglio di non leggere i post vecchi, per due motivi: il primo è perché sono vecchi, il secondo è perché non hanno più valore trattandosi di post prevalentemente di stampo informatico, è in 10 anni ne sono stati fatti di passi avanti!
Avanti allora, ridiamo vita al blog